Giacomo Pelagi

Nato dalla nobile famiglia dei Pelagi, il Barone Giacomo Bonaventura, detto "uncino" per l'acuminato utensile che sostuisce la sua mano sinistra, monca, è oggi conosciuto nelle Terre Spezzate con il titolo di "Salvatore del Re". Si è guadagnato questo appellativo onorifico per editto reale del fiorile 1262, grazie a un episodio della Terza Guerra dei Tre Re in cui ha preso in custodia Edoardo II dei Castamanti, temporaneamente sconfitto in battaglia, sottraendolo ai meno benevoli Brinnici. Oltre al titolo, la gratitudine del Re gli è valsa la nomina a Signore della città di Tabbia, ove è riuscito a insediarsi solo nel Brumaio 1262, spodestando il precedente Barone, Rapace dei Sagaci.
Sfoggia un abbigliamento lussuoso ed è usualmente accreditato di modi impeccabili che hanno in particolare attirato l'attenzione della Baronessa Arcadia de Portici: una promessa di matrimonio è infatti stata scambiata tra i due nobili a Litoranèa nello Sferzato 1263, prima che il Barone Pelagi partisse per il Nuovo Mondo.
Ritratto del barone Giacomo Pelagi

Principato
Venalia

Razza
Niviano

Carriera
Miliziano

Famiglia Nobiliare
Pelagi

Dicono di lui

"Abile conversatore, coraggioso, dotato di buongusto nel vestire e di ingegno... insomma, un vero nobile Venale. Anche mia cugina sembra apprezzare molto la sua compagnia!"[1]

"Di splendida compagnia. Serio all'occorrenza. Il barone con cui chiunque vorrebbe avere a che fare. Tabbia non potrebbe essere in mani migliori." [2]

"Qualunque pirata dal cervello corto può sostituire la mano perduta con un uncino. Giacomo Pelagi ha fatto molto di più: ha ideato un supporto filettato che gli permette intercambiare un uncino, una ciotola, una spada e chissà quanti altri utensili.. Semplicemente geniale!"[3]
  1. ^ sostiene la baronessa Lucilla Tiberia Vignalba, di Corona del Re.
  2. ^ commenta Ser Lorenzo Vizzamano, guardiacaccia coronense.
  3. ^ Sostiene Ser Amerigo Vizzamano, alchimista errante.